Sei nella sezione: Dubbi
Un convincimento frequente è che calando di peso con i farmaci, in particolare con quelli che tolgono la fame (gli anoressizzanti), si sia destinati a recuperare tutti i chili persi con gli interessi e questo perché tali medicinali altererebbero il metabolismo in modo permanente.
Affermazioni di questo tipo sono totalmente prive di ogni fondamento scientifico e rientrano, a pieno diritto, tra le leggende metropolitane.
I farmaci come la fendimetrazina non alterano il metabolismo e il recupero del peso è una costante nella maggioranza dei soggetti che hanno seguito una dieta dimagrante con o senza un supporto farmacologico (si vedano a riguardo le sezioni Mantenimento del peso e seguenti).
Il patrimonio genetico dell'uomo moderno è analogo a quello degli uomini delle caverne. Un calo di peso viene letto dall'organismo come una perdita di riserve energetiche dovute a un assunzione insufficiente di cibo e attiva una serie di potenti risposte biologiche di compensazione atte a fare recuperare le scorte perdute [1].
Queste risposte compensatorie sono sostenute sia da meccanismi periferici (es. risparmio energetico [2]) sia, soprattutto, da meccanismi di controllo sull'assunzione del cibo a livello del Sistema Nervoso Centrale.
Mutch DM et al. PLoS Genet. 2006 Dec 29;2 e188. (tradotta)
Questi ultimi, sono tra gli argomenti più all'avanguardia nella ricerca scientifica sull'obesità [3-4].
Wadden et al. Int J Obes 1989;13(suppl 2):39.
Per questo motivo, i soggetti che riescono calare di peso e a mantenere un calo ponderale sufficiente, sono un'esigua minoranza.
Ciò avviene, come detto, sia tra coloro che sono calati con l'ausilio di farmaci, sia tra coloro hanno perso peso seguendo solo una dieta alimentare con o senza terapia comportamentale associata.