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La gestione terapeutica dell'obesità è piuttosto complessa e richiede un approccio multidimensionale con l'associazione di varie modalità terapeutiche integrate fra loro. La base della terapia è rappresentata dal mutamento dello stile di vita (vedi "Il ruolo dei farmaci nel controllo del peso").
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, elementi quali modificazioni dietetiche, esercizio fisico e correzioni comportamentali, considerati singolarmente o in associazione fra loro, non garantiscono risultati positivi nel lungo periodo. Infatti, nel corso degli anni, è risultato sempre più evidente che la restrizione calorica, associata o meno a tecniche cognitivo-comportamentali, non è in grado di garantire un calo ponderale adeguato e il mantenimento dei risultati raggiunti nel lungo periodo [1].
Una recente revisione di tutti i lavori pubblicati in letteratura medica riguardanti il calo ponderale ed il mantenimento del peso oltre l'anno mostra come, in nessuno studio, con la sola dieta, la dieta più esercizio fisico o con i sostituti del pasto si sia ottenuto un calo ponderale medio del 10% e che un calo medio del 5% non sia stato mantenuto oltre l'anno [2].
In un più recente ampio studio sul mantenimento del peso dopo dieta ipocalorica, oltre a confermare gli scarsi risultati ottenibili con le terapie non farmacologiche, ha mostrato come le variazioni di peso nella fase di mantenimento siano imponenti, con soggetti che hanno recuperato e incrementato il proprio peso corporeo fino a sessanta chili [3].
In pratica, i soggetti che riescono calare di peso e a mantenere un calo ponderale sufficiente, sono un'esigua minoranza; secondo Lowe: il mantenimento a lungo termine di un calo di peso sostanziale avviene in una porzione molto piccola di coloro che hanno provato a calare di peso. programmi educazionali e motivazionali mirati alla prevenzione del recupero ponderale hanno dato risultati scoraggianti [4].
Si deve poi osservare che gli studi pubblicati hanno, con ogni probabilità, risultati migliori di quelli ottenibili nella normale pratica clinica a causa di alcuni limiti importanti (ed inevitabili) legati alle caratteristiche delle casistiche utilizzate: essi valutano solo soggetti che portano a termine lo studio e che probabilmente hanno una maggiore aderenza alle prescrizioni per un rinforzo psicologico legato alla stessa partecipazione allo studio; inoltre, spesso mancano gruppi di confronto ed altrettanto spesso mancano dati sui criteri di selezione dei soggetti.
Secondo Friedman, la causa di questa estrema difficoltà a mantenere un calo ponderale accettabile nel lungo periodo non è da ricercare nel preconcetto anacronistico che il peso possa essere controllato "decidendo" di mangiare meno e fare più esercizio perché ... questa nozione semplicistica è in contrasto con notevoli prove scientifiche che mostrano un preciso e potente sistema biologico che mantiene il peso corporeo entro un intervallo relativamente ristretto. Lo sforzo di volontà teso a ridurre il peso corporeo è contrastato da potenti risposte biologiche di compensazione [5].
Queste risposte compensatorie sono sostenute sia da meccanismi periferici (es. risparmio energetico [6]) sia, soprattutto, da meccanismi di controllo sull'assunzione del cibo a livello del Sistema Nervoso Centrale. Questi ultimi, sono tra gli argomenti più all'avanguardia nella ricerca scientifica sull'obesità [7-9].
L'impossibilità di far raggiungere e mantenere un calo di peso accettabile, fa si che, negli USA, l'80% degli dei pazienti che si rivolge al medico per calare di peso venga trattato con ausilio farmacologico [10].
D'altra parte, negli studi contollati, anche con l'ausilo farmacologico si assiste a un calo ponderale nei primi sei mesi, alla stabilizzazione del peso nel successivo periodo e, alla sospensione del farmaco, il peso viene generalmente recuperato [11-12] (vedi anche "Fendimetrazina nel controllo del peso" e "Recupero del peso").
Anche gli interventi bariatrici, pur dando in assoluto i migliori risultati, non garantiscono il mantenimento dei risultati a lungo termine: dopo restrizione gastrica il 60% riprende peso e, di questi, il 31% ritorna al peso di partenza e lo supera [13].
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Relazione sul mantenimento del peso nel lungo periodo con terapie non farmacologiche.
Autore: Gianleone Di Sacco
Anno: 2009
File: Flash versione 7 o superiore
Durata: 8 minuti e 58 secondi
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