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Come è stato spiegato nel capitolo Sicurezza dei farmaci. Un monitoraggio continuo, ogni sostanza che si introduce nell'organismo può causare degli eventi avversi.
In medicina occorre, quindi, valutare il rapporto rischio/beneficio: un trattamento può causare anche gravi rischi, ma se dà grandi vantaggi il rischio è accettabile. Viceversa, se è scarsamente efficace, anche pochi rischi risultano inaccettabili.
Questa valutazione non è sempre facile da fare perché, oltre a dati oggettivi, entrano in gioco considerazioni soggettive. In ogni caso, occorre avere dei parametri.
Il paracetamolo (tachipirina) può essere un parametro di riferimento:
1. Il paracetamolo è una medicina che riduce la febbre e il dolore, ma non fa guarire da alcuna malattia.
2. Il paracetamolo si può acquistare nei supermercati senza ricetta medica.
3. Il paracetamolo causa la morte di migliaia di persone ogni anno.
Nel Regno Unito, il tasso di mortalità dovuto al paracetamolo tra il 1993 e il 2004 è variato da un minimo di 4,5 decessi per milione di abitanti del 2002 a un massimo di 8,8 decessi per milione del 1997 [1] e nella sola Scozia si calcola vi siano circa cento decessi l'anno legati a questo farmaco [2]. Si deve notare che da oltre 20 anni nei Paesi anglosassoni c'è una imponente campagna informativa sui rischi del paracetamolo e si è tentato di ridurre il numero dei morti riducendo il numero delle compresse per confezione, peraltro senza risultati [3].
Lavori scientifici che riportino il tasso di mortalità annuale dovuta al paracetamolo per l'Italia non sono stati pubblicati, ma, considerando la pressoché assoluta mancanza d'informazione della popolazione italiana sull'argomento, il sospetto che possano essere superiori a quelli anglosassoni è realistico. In ogni caso, anche ipotizzando una situazione simile, essendoci in Italia oltre 60 milioni di persone [4] il numero di decessi annui dovuti al paracetamolo si può supporre vari da circa 300 a oltre 500.
Questo dato non è poi cosi sconvolgente se si considera il numero di morti per incidenti stradali o per aver mangiato delle noci o per aver bevuto latte.
Bisogna anche toglierci l'illusione che le terapie a base di erbe siano esenti da rischi: molti fitoterapici sono causa di eventi avversi gravi e, a volte, mortali [5].
La valutazione dei farmaci da parte delle Autorità Sanitarie tiene conto di tutto ciò ed è per questo che i foglietti illustrativi sono spesso allarmanti.
In un unico lavoro scientifico si riporta un caso di morte attribuibile alla fendimetrazina, peraltro, in un soggetto che assumeva il farmaco a dosaggi molto al di sopra di quelli terapeutici [6].
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